Promemoria di tecnica apistica      

di:

Flavio Piovesan *, Francesco Bortot *, Michele Poloni *, Renato Panciera*

* apicoltori a tempo pieno                              

L’inverno è stato duro ma sopportabile, con perdite fisiologiche accettabili per i tempi che corrono, la primavera senza “mais ai neonicotinoidi” ci ha regalato una ripresa e uno sviluppo delle nostre famiglie più che straordinario.

Ottime regine, olio di gomito e un pizzico di fortuna hanno fatto il resto e da prudenti (e provati) apicoltori assolutamente non ci lamentiamo anche perché sappiamo che la strada è ancora tanto in salita!

“Chi ben comincia è a metà dell’opera” recita un vecchio adagio e per iniziare bene una stagione la si deve pensare l’anno prima: vuoi fare miele il prossimo anno? Devi cambiare ora le tue regine! Vuoi avere le api la prossima stagione? Devi lavorare bene adesso!

 

2010 è il numero degli alveari che quest’anno le nostre aziendine gestiscono negli alti e bassi di ogni stagione e si capisce facilmente che con questi numeri l’imperativo è di sbagliare il meno possibile la loro gestione.

Si può fallire qualche nomadismo, si può aver rischiato nello spingere troppo le famiglie o essere stati troppo prudenti nello stimolarle; ci si può essere fidati troppo di qualche vecchia regina o di qualcuna più avvenente e giovincella, ma non si può sbagliare nell’intervento fondamentale dell’annata che è il controllo della varroa !

Sono ancora troppe le incognite che ci si parano davanti per rischiare di approssimare superficialmente l’intervento fondamentale alla sopravvivenza dei nostri alveari.

Le reinfestazioni, il periodo d’ intervento, l’efficacia di abbattimento, la corsa contro il tempo... sono tutte circostanze che ci giocano contro. L’unica nostra possibilità è di agire scegliendo metodi e tempi quanto più possibile consoni a quelle che per noi sono le basi della lotta alla varroa:

 

La scelta perciò è stata obbligata e irrinunciabile: 

Blocco di covata

 Di come siamo arrivati ad adottarlo non è il caso di annoiarvi ma visto che al momento è l’unica soluzione soddisfacente, seppure faticosa, per salvarci, ci sembra il caso di condividere con altri apicoltori il lavoro nei nostri apiari che spaziano a tutt’oggi dal Centro Italia al Friuli Orientale, passando per il delta del Po e più su per colline, prealpi e Dolomiti venete.

Interveniamo preferibilmente verso la fine dei raccolti, da fine luglio a metà agosto, (ma può essere opportuno, in certi areali iniziare anche a fine giugno) secondo il grado di infestazione delle famiglie e la previsione di chiusura stagionale caratteristica della zona dove operiamo.

Sebbene con diverse varianti, in linea generale, l’intervento si può schematizzare così:

 A questo punto seguiamo separatamente i destini dell’alveare di origine e del nucleo artificiale che ne deriva.

Alveare

Nuclei artificiali

E’ di fondamentale importanza sia nel caso dei nuclei che degli alveari, dove non sussista sufficiente importazione, fornire abbondante nutrimento al momento della ripresa della deposizione, anche se le famiglie dovessero presentarsi popolose, per favorire il veloce ricambio delle api estive con quelle invernali.

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Per concludere, un cenno sugli inevitabili accorgimenti che questo metodo di controllo della varroa implica nella gestione dei nostri allevamenti.

La sicurezza di abbattere quasi totalmente l’acaro in brevissimo tempo, non ci tutela dalle inevitabili e anche massicce reinfestazioni che possono vanificare in breve tempo il nostro lavoro. Ognuno di noi conosce le zone dove lavora e si dovrà regolare di conseguenza evitando assolutamente di “abbandonare” le api a se stesse in attesa dei trattamenti invernali di pulizia.

Parallelamente al blocco ci si dovrà cautelare dalle inevitabili orfanità allevando in nuclei appositi una piccola scorta di regine da utilizzare per il loro recupero.

E’ bene sostituire il più possibile le regine dell’anno precedente visto che siamo convinti che non tutte escono bene dalle gabbie evitando così di avere, la prossima stagione, apiari con famiglie disuguali e non omogenee nella tenuta del volume di covata.

L’intervento di liberazione delle madri dopo il blocco è quanto mai delicato in quanto ha luogo in un periodo favorevole ai saccheggi per mancanza di raccolto o per una forte pressione di altri alveari nella zona. Inoltre la sola presenza di api adulte nella famiglia rende a volte necessario concedere la regina con le stesse cautele usate per un nuovo inserimento.

Ci sembra anche che l’immediata gocciolatura di ossalico al momento non abbia un effetto favorente la riaccettazione, ma al momento è solo una labile sensazione.

Si può perciò optare per dilazionare l’operazione di 5-7 giorni dopo l’apertura delle gabbie.

Raccomandiamo una particolare attenzione nell’operare con famiglie strutturate a “blocco” in periodi vocati a saccheggi in quanto la risposta della famiglia all’istinto di difesa è un po’ sopito. Intervenire con cautela ( al mattino presto o verso sera) è perciò quanto mai indispensabile.

Le nutrizioni verranno effettuate con attenzione, con sacchetti gocciolanti o nutritori a depressione in caso di sciroppi densi, con nutritori di grande capacità e di facile assorbimento con sciroppi di saccarosio. In ogni caso concluse molto velocemente fino al raggiungimento della scorta necessaria al superamento dell’inverno.

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E con la speranza di non avervi annoiato troppo non ci resta che augurarvi un buon lavoro.

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